vecchio

sostantivo maschile

Vitello; solo nella loc. vecchio marino, la foca.

Lat. vitŭlum ‘vitello’, cfr. vitŭlus marinus ‘foca’ •1484.

1. In quanto contrapposto a giovane, indica età avanzata: Io e’ compagni eravam vecchi e tardi (Dante); una popolazione v., con alto indice di vecchiaia; pop. : v. come il cucco, più di Matusalemme; prov. gallina v. fa buon brodo, vedi gallina.
2. In quanto contrapposto a nuovo, può implicare il riferimento al tempo trascorso dal primo apparire di qualcosa ( la città v. ; Ponte V. ; il v. mondo ; il V. Testamento ; v. leggi ; un abito v. stile ; un gentiluomo v. stampo ), talvolta accentuando l'idea della persistenza ( v. abitudini ; una v. amicizia ) che, in rapporto a una determinata funzione o attività, può implicare il concetto di pratica, esperienza ( fidati di lui che è un v. marinaio ; lascia fare a me che son v. del mestiere ), mentre, alludendo a una lunga consuetudine, sfuma in un senso di affettuosa familiarità ( è un v. cliente, bisogna trattarlo bene ; è un v. amico ) fino al benevolo, scherzoso e un po’ affettato v. mio, rivolto, senza alcuna allusione all'età, al compagno di lavoro, d'avventura, di milizia, ecc.
3. Sempre in contrapposizione con nuovo, ma senza alcun riferimento al tempo trascorso, indica precedenza nell'ambito di determinate situazioni o funzioni, in rapporto all'idea di un'avvenuta sostituzione ( sono passato ieri a vedere la nostra v. casa ; il v. segretario era più efficiente dell'attuale ; usare un v. sistema di classificazione ); prov. chi lascia la via v. per la nuova sa quel che lascia e non sa quel che trova, a proposito dei rischi ai quali si va incontro nell'abbandonare linee di condotta consolidate dall'esperienza.
4. . Persona d'età avanzata: Ed ecco verso noi venir per nave Un vecchio bianco per antico pelo (Dante); i nostri v., i predecessori, gli antenati ( avevano ragione i nostri v.! ); scherz. : il mio v., i miei v., il padre, i genitori.

Lat. tardo veclus, class. vetŭlus, dim. di vetus ‘vecchio’ •sec. XIII.