rumore

1. Fenomeno acustico, che non ha caratteristiche musicali ( il r. della pioggia, il r. dei passi, degli applausi ), spesso associato a sensazioni sgradevoli ( il r. del traffico ) o alla percezione indistinta di voci che risultano come un suono confuso ( non fate r. ; dalla piazza saliva il r. della folla ).
2. Nel linguaggio letterario, con significati variamente riconducibili all'idea di protesta, tumulto, ribellione, eccitazione ( mettere a r. un luogo ; menar r. di qualcosa, menarne gran vanto), oppure di notizia confusa (andò il rumore di vicino in vicino, Boccaccio), o, meno com., di fama (Non è il mondan romore altro ch'un fiato Di vento, Dante).
3. In semeiotica medica, nome dato a fenomeni acustici, per lo più di natura patologica, che si avvertono nell'auscultazione.
4. Rumore di fondo (o sempl. rumore ), in fisica, l'insieme delle perturbazioni che limitano la precisione della misurazione di una grandezza fisica, dovute a fluttuazioni casuali indotte dall'agitazione termica delle molecole, dalle correnti elettriche che circolano negli strumenti o da qualsiasi altro fenomeno che possa alterare il risultato della misura; in elettrotecnica, il segnale all'uscita di un amplificatore quando nessun segnale è applicato all'entrata e l'amplificazione è regolata al massimo.

Lat. rumorem .