paragone

1. Confronto istituito fra due termini allo scopo di valutarne la diversità o rilevarne l'affinità ( mettere a p. due poeti, due opere, due periodi storici ; noi abbiamo fatto ben poco a p. di ciò che hanno fatto gli altri ), talvolta in un ambito più o meno vicino o coincidente con quello della similitudine ( perché tu capisca meglio ti porterò un p. ; è un p. che non calza ); in frasi negative, indica indiscutibile superiorità di un termine sull'altro, espresso o sottinteso ( tra i due scrittori non c'è p. ; si sta meglio a casa nostra, non c'è p. ), che in taluni casi può essere assoluta ( una bellezza che non ha p. ).
2. Antico nome di una varietà di diaspro nero (detta com. pietra di p., e, scientificamente, lidite ), adoperata per saggiare l'oro; estens., la prova stessa, il saggio dell'oro fatto sulla pietra: prov. al p. si conosce l'oro (per lo più in senso fig.); fig., prova, termine di confronto: venire al p.; Che farai, Pier da Morrone? Ei [=sei] venuto al paragone (Iacopone da Todi).
3. Piano di paragone, attrezzo dell'aggiustatore costituito da una piattaforma in ghisa: serve per controllare la planarità delle superfici lavorate e come appoggio per la tracciatura.

Der. di paragonare •sec. XIII.