o

1. Tredicesima lettera dell'alfabeto italiano, risalente, attraverso il latino e il greco, a un alfabeto semitico, dove però non indicava un suono vocalico, ma solo una specie di soffio. Può avere il valore di vocale posteriore semiaperta, come in còtto, còrso ‘della Corsica’, o quello di vocale posteriore semichiusa come in rótto e córso participio passato di ‘correre’; tale differenza, tuttavia, non è rilevante ai fini della rima.
2. In astronomia, O indica una classe spettrale di stelle di color azzurro, aventi una temperatura superficiale maggiore di 25.000 K.

congiunzione

Congiunzione disgiuntiva che ammette la variante eufonica od davanti a parole con iniziale vocalica, impiegata in forma semplice ( prendere o lasciare ) o correlativa ( o bere o affogare ), che rafforza l'opposizione fra i termini della scelta.

Lat. aut .

1. Rafforza il vocativo sia in invocazioni ( o Signore, aiutaci! ), sia in esclamazioni ( o santi numi! ); fam., spec. in Toscana, anche chiamando ad alta voce.

   o quella donna!

Lat. ō .

1. Serve da rafforzativo rispetto alla frase intera.

   o che si scherza?

   o se non l'ho mai visto?

Prob. abbr. di or(a) •sec. XIII.