matte

sostantivo femminile

Carta da gioco di un determinato seme o valore, alla quale, secondo le regole o per convenzione fra i giocatori, può essere attribuito qualsiasi valore; anche jolly.

Da matto ¹, equivalente all'ingl. joker ‘pazzerello, burlone’ •sec. XVIII.

1. . Dominato da impulsi irrazionali, da spunti incontrollati, da manie inconsuete ed eccessive, tali tuttavia da suscitare più spesso ilarità che apprensione, o compatimento piuttosto che avversione; spesso in frasi del linguaggio familiare che denotano disapprovazione ostentata o risentita ( fossi m.! ; sei m.? ), talvolta chiassosa confusione o sconcertante assillo ( una gabbia di matti ; c'è da diventar matti ) o anche tormentosa o clamorosa intensità ( una voglia m. ; vado m. per la pastasciutta ; le m. risate ).
2. Di parti del corpo non del tutto sane.

   una gamba m.

3. Nel gioco dei tarocchi, quello degli arcani che porta il numero 0 e la figura del matto in veste di buffone.

Lat. tardo mattum, prob. alterazione di maccum ‘stolto, stupido’, dall'osco Maccus, personaggio della farsa atellana •sec. XIII.

aggettivo

Nel gioco degli scacchi: scacco matto (o scaccomatto ), la mossa risolutiva che non consente di sottrarre il proprio re all'offesa di un pezzo qualsiasi dell'avversario, che in tal modo ottiene la vittoria (anche s.m. : dare il m.).

Dall'arabo māt ‘morto’, nella loc. šāh māt ‘il re è morto’ •sec. XIII.