colera

sostantivo maschile

Malattia epidemica, contagiosa, spesso letale, caratterizzata da violente scariche diarroiche, vomito incessante, crampi muscolari, arresto della secrezione urinaria, collasso; è causata dal batterio Vibrio comma, detto com. vibrione o bacillo virgola.

Dal gr. kholéra, der. di kholḗ ‘bile’ •1750.

1. Riferito a sostanza liquida o fluida, farla passare attraverso un filtro, vaglio o setaccio per eliminarne corpi estranei.

   c. il vino

   l'olio

2. Riferito a metalli, portarli allo stato liquido, fonderli.

   c. l'oro

   l'argento

3. Colare a picco, a fondo, riferito a imbarcazioni, mandare a fondo, affondare.

   i pirati colarono a picco la nave

4. Versare, lasciare uscire goccia a goccia.

   la ferita sta colando parecchio sangue

1. (aus. essere ). Scorrere goccia a goccia, gocciolare (anche + da, su ): l'acqua cola dalla grondaia; il sudore colava sul suo viso; anche + a.

   le lacrime le colavano sulle guance

2. (aus. essere ). Colare a picco, a fondo, detto di imbarcazioni, andare a fondo.

   nella tempesta la barca colò a fondo

3. (aus. avere ). Perdere del liquido goccia a goccia, sgocciolare (anche + a ).

   sono raffreddato, mi cola il naso

Lat. colare, der. di colum ‘filtro’ •sec. XIII.