astratta

1. Ottenuto per astrazione, e quindi privo di corrispondenza con la realtà oggettiva e con i dati dell'esperienza sensibile: idee a.; un ragionamento a., che pecca di astrattezza.
2. Ispirato all'astrattismo; eseguito secondo i principi dell'astrattismo.

   arte a.

   una tela a.

3. Separato, staccato (+ da ).

   una frase a. dal contesto

4. In grammatica, di sostantivo che indichi non un oggetto o un essere (concreto), ma una nozione (per es. paura, malinconia, ecc.).
5. In diritto: negozio astratto, che appare svincolato da una causa e i cui effetti pertanto si producono prescindendo da ogni considerazione della causa stessa.
6. Divinità astratta, quella che in una religione politeistica riceve un culto che è simbolo diretto di un'aspirazione o di una condizione spirituale umana (per es. Eros “l'Amore” per i Greci e Pax “la Pace” per i Romani).
7. Come s.m., ciò che la mente concepisce prescindendo dalla realtà sensibile (contrapposto a concreto ).

Dal lat. abstractus, p. pass. di abstrahĕre ‘trarre fuori’ •fine sec. XIII.

1. Distogliere (anche + da ).

   a. la mente dal lavoro

2. In filosofia, estrarre e separare mentalmente, per acquisire la distinzione e la definizione concettuali costitutive di un oggetto.

1. Prescindere da qualcosa, non tenerne conto (+ da ).

   è impossibile dare un giudizio astraendo da questi dati di fatto

1. Perdere la nozione delle cose circostanti per seguire il pensiero; estraniarsi.

   quando legge si astrae completamente

Dal lat. abstrahĕre, comp. di abs ‘via da’ e trahĕre ‘trarre’ •inizio sec. XIV.